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Anti Aging

 

 

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La medicina anti aging

Per comprendere le basi della medicina anti-aging intesa come medicina preventiva e necessario comprendere il processo biologico dell’invecchiamento fenomeno che appartiene a tutti gli esseri viventi.

L’invecchiamento fisiologico va distinto da quello patologico che e rappresentato da una serie di segni e sintomi ad insorgenza rapida e precoce.

La vita dell’uomo e regolata dall’equilibrio tra il Sistema Nervoso, Immunitario ed Endocrino. Dobbiamo quindi considerare l’organismo come un sistema aperto dove ogni singolo distretto comunica e collabora con gli altri al fine di garantire un buon equilibrio dell’insieme con l’ambiente. L’invecchiamento deve quindi considerarsi come una alterazione della comunicazione tra questi tre grandi sistemi, in definitiva una sconnessione di segnali e di informazioni che porta ad una maggiore vulnerabilita dell’organismo nei confronti degli agenti patogeni.

Esistono varie teorie sull’invecchiamento che investono sia l’organismo che i singoli organi. A cui si aggiungono le teorie sull’invecchiamento cellulare e molecolare.

Tra le teorie sistemiche emergono quelle:

dell’autointossicazione (Metchnikoff 1904)
dell’“error catastrophe” (Orgel 1963)
del“wear and tear” (Sacher 1966)
dello“stress damaging” (Selye 1970)
dell’evoluzionismo che prevede un invecchiamento programmato
Tra le teorie che coinvolgono singoli organi ricordiamo: quella endocrina (Korencheysky 1961) ed immuno-biologica (Waford 1969)

A livello cellulare invece abbiamo la teoria:

· delle mutazioni somatiche (Szilard 1959)

· della plasma membrana (Zs.Nagy 1978)

· mitocondriale (Miquel et al. 1980)

· dell’asse mitocondri-lisosomi (Brunck et al. 2002)

A livello molecolare la teoria:

dei radicali liberi (Harman 1953-2003)
della formazione di legami crociati (Bjorksten 1968)
immuno-biologica (Waford 1969)
dell’accumulo di alterazioni sul DNA (Vilenchik 1970)
degli oligo-elementi (Eichhorn 1979)
della glicosilazione non-enzimatica (Cerami 1985)
dello stress ossidativo (Sohal & Allen 1990)
dell’intossicazione da carbonili (Yin & Brunck 1995)
del “garbage catastrophe” (Terman 2001)
possiamo enunciare una formula per valutare le alterazioni molecolari, cellulari, tessutali:

A = D – R

A = alterazioni molecolari, cellulari, tessutali

D = danni che si accumulano nel tempo

R = meccanismi di riparazione

I bersagli molecolari coinvolti sono innanzitutto il Dna, le proteine ed i lipidi.

Ma al di la delle varie teorie quali sono le cause dell’invecchiamento? Oggi e stato dimostrato il meccanismo mediante il quale il danno ossidativo produce morte cellulare. Queste ricerche hanno dimostrato che la vita di ogni cellula e il risultato dell’equilibrio tra produzione di composti ossidanti, radicali liberi, e sostanze antiossidanti.

Questo equilibrio e influenzato da fattori interni genetici e fattori esterni come stile di vita, alimentazione, fumo, stress, radiazioni UV, inquinamento, inadeguata attivita fisica.

Gli effetti dell’invecchiamento sono caratterizzati:

da stress ossidativo con produzione di radicali liberi dell’ossigeno e danni alle membrane, ed ai tessuti in generale;
dalla glicazione delle proteine;
dal deficit di metilazione con riduzione della funzionalita del DNA cellulare;
dall’ingresso eccessivo degli ioni calcio all’interno della cellula con perdita della sua funzione;
dallo squilibrio degli acidi grassi essenziali con alterazione delle membrane biologiche;
dalla disfunzione del sistema immunitario;
da alterazione della produzione di neurotrasmettitori;
da alterazione della funzione circolatoria con danni da ipossia cronica.
Approfondiamo la conoscenza dei primi quattro punti.

I Radicali Liberi e l’Ossidazione
La formazione di radicali liberi e dovuta ad alterazione della catena respiratoria mitocondriale.

Si tratta di sostanze chimiche che possiedono uno o piu elettroni spaiati negli orbitali esterni, con conseguente sottrazione di elettroni ad altre molecole. La sottrazione elettronica si rende necessaria per completare il loro ottetto, che attiva una reazione a catena. Caratteristica fondamentale dei radicali liberi e la loro spiccata reattivita e instabilita con vita molto breve. Questi radicali possono essere prodotti direttamente nel corpo (microcosmo-endogeni) o possono provenire dall’ambiente esterno (macrocosmo-esogeni).

In che modo alimentiamo la produzione di radicali liberi?

Attraverso le diete ipocaloriche, l’alcool, l’attivita fisica intensa, l’esposizione ai raggi UV del sole, il tabacco, i processi infiammatori dell’organismo, soprattutto cronici, l’inquinamento, i trattamenti farmacologici e le vaccinazioni, lo stress.

Il rapporto tra radicali liberi, invecchiamento e danni cardiovascolari si realizza attraverso danni cellulari per ossidazione degli acidi grassi polinsaturi. In conseguenza di cio le proteine si frammentano con frequente danneggiamento del DNA.

I Radicali Liberi

Possono essere classificati come reattivi all’ossigeno ROS - Anione Superossido (-O2), Idrossile (OH-), Singoletto d'ossigeno (+O2), - o all’azoto RNS - Ossido nitrico (NO-), Biossido d'azoto (NO2-), Perossido nitrico (OONO-)-.

Quindi questi Radicali liberi provocano uno stress ossidativo. La misura dello stress ossidativo viene determinata tramite le Unita Carratelli. Una Unita Carratelli corrisponde ad una concentrazione di perossido di idrogeno (H2O2) di 0,08 mg/100 ml. Queste misurazioni sono effettuate prelevando una goccia di sangue capillare e analizzata tramite il d-ROMs Test (test per la determinazione dei metaboliti reattivi dell'ossigeno).

In conclusione i punti chiave dell’ossidazione sono:

Complesso I NADH deidrogenasi - puo perdere un elettrone e formare O2-
CoQ 10 puo perdere un elettrone e formare O2-
SOD (superossidodismutasi) in caso di deficit di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
Catalasi in caso di deficit di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
Glutatione perossidasi In caso di deficit di selenio l’enzima perde funzione con aumento dell’ H2O2
PL – PUFA Un deficit di questi acidi grassi o l’eccesso di quelli saturi porta ad alterazione della fluidita della membrana mitocondriale con alterazione sterica dei sistemi enzimatici e perdita della loro funzione.
La Vit. B1 (Tiamina) rientra come coenzima in 24 sottoprocessi della fosforilazione. Un suo deficit comporta riduzione della funzionalita mitocondriale.
Il Cu, Fe, Zn sono presenti in quasi tutti i complessi enzimatici. Un deficit comporta blocco della catena.
I Complessi II e III (citocromi) possono alterarsi per carenza di metalli e PL – PUFA
La Citocromo ossidasi puo alterarsi per carenza di rame o instabilita della membrana

Glicazione o glicosilazione non enzimatica

In determinate condizioni il Glucosio puo reagire con i gruppi NH2 (aminoacidi, peptidi, proteine). Il fenomeno e accentuato e piu rapido nei pazienti diabetici.

Le “reazioni di Maillard” (1912) portano alla formazione di “basi di Schiff” e “prodotti di Amadori” (stabili). Si formano anche carbonili insaturi (gliossale, metil-gliossale, deossi-glucosoni) simili ai prodotti della perossidazione lipidica. Tutti questi prodotti sono denominati: AGEs -Advanced Glycation End-products ( pirraline e pirroli, pentosidine, carbossimetil-lisina, vesperlisine)- e ALEs -Advanced Lipoxidation end products): (aldeidi, carbonili idro-Liposolubili.

Reazione di Maillard

fig. 1

fig. 2

La metilazione
La metilazione e il trasferimento di gruppi metile al DNA trasformandolo nella sua forma inattiva detta eterocromatina. La metilazione e anche importante per la formazione di molte molecole biologiche (mielina, fosfatidiletanolamina, varie proteine ecc…)

I gruppi metili vengono donati da molecole donatrici e tra queste la piu importante e la metionina che si condensa con ATP formando S – adenosilmetionina (SAM) un potente donatore di metili.

La reazione e catalizzata da metionina – sintetasi, B12 e 5 – metil tetraidrofolato.

La carenza di questi componenti comporta aumento di Omocisteina con aumento del rischio cardiovascolare.

Il calcio
Il calcio e fondamentale per la trasmissione dei segnali ormonali, di neurotrasmettitori e dei fattori di crescita.
Un aumento della sua concentrazione intracellulare indica l’alterazione dei processi di comunicazione intercellulare, alterazione che aumenta con i processi di invecchiamento.
Il calcio e normalmente uno ione extracellulare che, in condizioni di ischemia tessutale, irrompe entro il clitoplasma, scompaginando la membrana limitante e distruggendo il citoscheletro, impedendo i normali scambi con il tessuto circostante e sostituendosi agli altri elementi citoplasmatici. Alla cellula cosi colpita non resta che mettere a disposizione tutte le riserve energetiche residue al fine di rimuovere l'abnorme accumulo di calcio in essa creatosi. Ne consegue un progressivo deterioramento della cellula che esita nella morte cellulare stessa
alla base dell’invecchiamento e soprattutto il danno da radicali liberi che colpisce:

il DNA mitocondriale e nucleare
le membrane mitocondriali, nucleari e citoplasmatiche
le strutture lipoproteiche dell’organismo
l’attivazione della caspase
Il DNA Mitocondriale

Il primo bersaglio e il DNA mitocondriale dove una sola delezione puo portare alla perdita di funzione di tutto il filamento. Il DNA e un target importante del HO°(idrossil radicale) producendo 8 – idrossiguanosina (8 – Ohdg come marker di danno).

Aleksandra Trifunovic e colleghi del Karolinska Institute di Stoccolma, in Svezia, hanno condotto uno studio sull'invecchiamento ed e risultato che questo e causato dell'accumulo di errori nel genoma mitocondriale. I difetti del DNA mitocondriale provocano o contribuiscono a provocare una vasta gamma di patologie.

Ogni cellula possiede centinaia di migliaia di mitocondri, per cui perché il danno si manifesti occorre che molti mitocondri riportino quegli errori; in effetti e quello che accade nelle persone anziane.

I mitocondri sono intimamente interessati alla produzione di ROS che si forma normalmente come prodotto “di scarto” della catena respiratoria in prossimita fisica del DNA mitocondriale. La riduzione della funzionalita degli enzimi della catena respiratoria, non solo diminuisce la sintesi di ATP, ma aumenta la produzione di radicali dell’ossigeno in un tragico circolo vizioso tra danno respiratorio, accumulo di radicali liberi e mutazione del DNA mitocondriale.

Il DNA Nucleare

Il danneggiamento del DNA nucleare (da parte di 8 Ohdg) puo portare all’alterazione dei processi di sintesi e di replicazione della cellula con conseguente morte della stessa. Durante la fase di crossing – over della mitosi il danno da radicali liberi puo indurre una non disgiunzione dei cromosomi con morte cellulare

Il danno delle membrane biologiche

Il danno alle membrane biologiche si manifesta principalmente mediante formazione di lipoperossidi con formazione di:

- Aldeidi (malondialdeide)

- Acido glutarico

- Acido azelaico

La perossidazione dei lipidi attiva la fosfolipasi A2 con liberazione di PL – PUFA che vengono trasferiti in omega 3 ed omega 6. L’aumento del rapporto omega 3/6 comporta danni sistemici come blocco Th1 (omega 3 in eccesso).

L’ossidazione dei lipidi di membrana comporta irrigidimento della stessa con perdita di fluidita ed alterazione delle funzioni recettoriali

INVECCHIAMENTO CUTANEO

L’invecchiamento cutaneo puo essere fisiologico “crono-aging”, o fotoindotto “fotoaging”.

L’invecchiamento fisiologico provoca:

Diminuita capacita di rigenerazione dei vasi

Rughe sottili

Diminuito turnover cellulare

Riduzione del tessuto elastico

Riduzione del collagene

Segni clinici

- Cute sottile

- Secchezza

- Perdita elasticita

- Rughe

L’invecchiamento fotoindotto provoca:

Grave perdita dei vasi

Grana spessa

Rughe profonde e irregolari

Grave perdita di collagene

Produzione irregolare tessuto elastico anomalo

Segni clinici

Modificazione colore cutaneo

Inspessimento

Fragilita vascolare

Rughe profonde

Spesso Cronoaging e Fotoaging sono associati

Le modificazioni piu importanti colpiscono il derma:

- Ipertrofia del derma con elastosi e produzione di fibre elastiche anomale nel caso del fotoaging. Iperproduzione di isolotti di tessuto associato a grave perdita di collagene per danno UV indotto ai fibroblasti. Epidermide inspessita.

- Atrofia con ipoproduzione di fibre elastiche e collagene nel cronoaging. L’epidermide e assottigliata

In entrambi i casi e presente: grave perdita di GAG e acido jaluronico. Alterazioni del microcircolo.

In conclusione i punti chiave dell’ossidazione sono:

Complesso I NADH deidrogenasi - puo perdere un elettrone e formare O2
CoQ 10 puo perdere un elettrone e formare O2-
SOD (superossidodismutasi) in caso di deficit di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
Catalasi in caso di deficit di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
Glutatione perossidasi In caso di deficit di selenio l’enzima perde funzione con aumento dell’ H2O2
PL – PUFA Un deficit di questi acidi grassi o l’eccesso di quelli saturi porta ad alterazione della fluidita della membrana mitocondriale con alterazione sterica dei sistemi enzimatici e perdita della loro funzione.
La Vit. B1 (Tiamina) rientra come coenzima in 24 sottoprocessi della fosforilazione. Un suo deficit comporta riduzione della funzionalita mitocondriale.
Il Cu, Fe, Zn sono presenti in quasi tutti i complessi enzimatici. Un deficit comporta blocco della catena.
I Complessi II e III (citocromi) possono alterarsi per carenza di metalli e PL – PUFA
La Citocromo ossidasi puo alterarsi per carenza di rame o instabilita della membrana
Terapia anti-aging

Un ruolo di primo piano hanno gli interventi antiossidanti
Essenziale e il recupero dell’attivita del I – II – III e IV complesso mitocondriale attraverso la somministrazione di:

Cu, Zn e Fe come oligoelementi o a diluizione omeopatica;
NADH (che attraversa anche la barriera emato-encefalica);
Ubichinone (va assunto a stomaco pieno dopo un pasto con sostanze grasse);
Carnitina – favorisce la formazione di ATP;
Creatina – Stabilizza la membrana mitocondriale e i citocromi (II – III)
Picnogenolo (potente antiossidante che attraversa la barriera emato-encefalica);
Zeolite (potente antiossidante molto attivo sulla pelle);
PL – PUFA.

Fondamentali sono tutti gli interventi di biorigenerazione:
cioe di stimolo ed attivazione delle funzioni biologiche della cutanee per ottimizzarne la fisiologia con conseguente miglioramento estetico. L’obiettivo del trattamento e la stimolazione di un regolare ricambio epidermico ed una normalizzazione della fisiologia del derma, mediante: normalizzazione delle funzioni dell’EGF e dei caloni ed ottimizzazione chimico – fisica della matrice (mantenimento dello stato colloidale e stimolazione dei componenti strutturali).

La biorigenerazione puo essere effettuata mediante l’iniezione di:

· Vitamine del complesso B, Vitamina A, C, E

· Minerali (Ca, Mg, K, N, Cl)

· Aminoacidi precursori dei componenti della matrice

· Acido jaluronico (attivatore di CD 44)

· Coenzimi

· Antiossidanti e NAC

Obiettivo di un trattamento di biorigenerazione completo ed efficace deve mirare alla prevenzione ed al trattamento dell’ invecchiamento cutaneo e generale.
Tutto questo si puo ottenere mediante:

· Aumento delle capacita di difesa (fattori anti – ossidanti gia visti).

· Riduzione dei fattori di danno (miglioramento dello stile di vita).

· Ottimizzazione della fisiologia dell’organismo (endofarmacologia).

Altrettanto importanti sono i trattamenti con sostanze che stimolano la plasticita neuronale, di membrana e recettoriale quali i:

Fosfolipidi ipotalamici

Farmaci Nootropi (derivati dal Diacetam con capacita di aumentare la sensibilita recettoriale agli aminoacidi eccitatori).

S – Adenosil Metionina

Farmaci che migliorano la funzione mitocondriale

Acetilcarnitina e altri antiossidanti

Cosi come i farmaci antidegenerativi:

Vitamina E

Glutatione

Acetilcarnitina

Il NAC o N – Acetil cisteina e la variante acetilata della L – cisteina, precursore del Glutatione ridotto (GSH).

Il GSH ha azione:

- Antiossidante

- Disintossicante (chelazione metalli pesanti e aumento biodisponibilita del ferro)

- Attivita pro - immunitaria

- Attivita protettiva su SNC

Ricerche degli ultimi anni dell’Universita di Pisa hanno evidenziato che buona parte dei fenomeni di plasticita cerebrale e legata a delle proteine che fanno parte dell’ossatura del DNA ed in particolare agli “istoni”. Queste proteine sarebbero piu reattive nei giovani ed inoltre sono modificabili da stimoli esterni, come un fascio di luce. Poiché queste modifiche influenzano l'attivita dei geni, il team di Pisa ha identificato in esse la causa della maggiore o minore plasticita del cervello. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno provato a produrre delle modificazioni sugli istoni; hanno cioe usato sui topi una sostanza, la tricostatina, che aumentando l'acetilazione degli istoni, provoca le stesse reazioni generate in una giovane mente da una stimolazione luminosa. Il risultato ha confermato che nei cervelli adulti trattati con tricostatina la plasticita della corteccia visiva e aumentata e che i topi adulti si sono comportati come quelli in via di sviluppo. La tricostatina quindi a livello sperimentale si e dimostrata, almeno sui topi, una sostanza anti-aging per la plasticita cerebrale.

Sempre alla plasticita e legata l’attitudine del sistema nervoso centrale a riorganizzarsi dopo una lesione, con conseguente recupero funzionale, parziale o totale.

In conclusione il cervello e un organo capace di produrre nuovi neuroni, dalle proprie cellule staminali e tutto questo e controllato dai neurotrasmettitori e da tutto il sistema PNEI. Il cervello e una rete dinamica mutabile. Peculiarita che gli permette di aggiornarsi continuamente in funzione alle necessita comunicative e computazionali. La potenzialita plastica del cervello nell'uomo e dimostrabile in base al cambiamento di massa encefalica dalla nascita alla maturita. Questo aumento e di circa il doppio. Il principio su cui si basa la plasticita e la memoria cellulare. Le cellule neuronali hanno maggiore attivita e di conseguenza formano piu sinapsi tra di loro in ambienti arricchiti, durante l'apprendimento e in caso di riorganizzazione cerebrale.

In conclusione possiamo prevedere un protocollo anti-aging con:

Biostimolazione intradermica con NAC ogni 14 – 21 giorni
Biorigenerazione intradermica ogni 7 – 14 – 21 giorni
Carbossiterapia ogni 7 – 14 giorni (metodica che prevede l’utilizzo della CO2 medicale a scopo terapeutico mediante iniezione intradermica/ sottocutanea).
NAC per os da 600 a 1200 mg / die
Terapia integrativa (antiossidanti, antiaging, endofarmacologia, omeopatia, omotossicologia e organoterapia omeopatica)
Restrizione calorica, mangiare meno migliora il metabolismo dei grassi e riduce l’infiammazione
Attivita fisica, che nutre il cervello inducendo l’espressione di fattori trofici come il BDNF (fattore nervoso derivato dal cervello) e aumentando l’espressione di geni che regolano il metabolismo e l’infiammazione, le due chiavi della neurodegenerazione.
Tecniche di corretta gestione dello stress e di liberazione emozionale, per sciogliere i blocchi del sistema PNEI
Attivita sessuale, per rafforzare il sistema immunitario e migliorare la stabilita psichica e la produzione degli ormoni.
Ridere molto, gioire della vita.
Dormire a sufficienza.

Bibliografia:

http://www.anti-aging-italia.com/

http://www.nutrionvalley.it

Bottaccioli F. Psiconeuroendocrinoimmunologia. Red edizioni, Milano, novembre 2005

Crucitti G. e Massarelli M. Medicina Estetica d’avanguardia: Scuola medica ospedaliera Roma 2009

Perricone N. Anti-Aging Sperling & Kupfer 2008

 

 

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